Le curiose riflessioni di un attivissimo volontario Tiliaventum di Andrea Scagnellato

da | 4 Mag, 2025 | Sea 4 All

Carissima compagnia gongolante,
mi ritrovo, come faccio di rado, a “imbrattare” un foglio elettronico, da mediocre scribacchino quale sono, giusto per omaggiare chi, in seno alla società sportiva, si adopera senza sosta al fine di perseguire il progetto Sea4All.

Beh, non starò qui a tediarvi ancora a lungo con sviolinate imbarazzanti, piuttosto vorrei spendere poche righe riguardanti il mio breve soggiorno a Lignano, e in particolar modo il  pomeriggio di venerdì scorso a bordo di Càpita. Innanzitutto la giornata era partita nel migliore dei modi: cielo azzurro, mare poco mosso e un venticello da sud-sudest che alitava intorno ai 9-10 nodi, l’ideale per divertirsi senza mettere a rischio l’equipaggio composto da Remo (neo vincitore sul circuito di Le Mans in sella alla sua moto) e la compagna Antonella, Giovanni (da Rovolon sui Colli Euganei, per non confonderlo col Giuanin di Bergamo), il sottoscritto e l’immancabile presenza, vigile e attivissima, del Presidente.

L’esercizio del giorno era costituito da percorsi, bordi e passaggi intorno alla boa foranea di Lignano modificando di volta in volta l’andatura. Roba che viene buona anche in vista di qualche regata. Staremo a vedere se la brava coppia Remo-Antonella sarà pronta per la prossima Lui&Lei. Sono fiducioso. Come mi capita quasi sempre quando ho l’opportunità di uscire in barca a vela, io mi occupo della randa e poco altro. Un posto comodo a poppa per stare seduti a godersi il sole e il vento, fumare in pace una sigaretta e, soprattutto, non fare una beata mazza o quasi, cosa che a un pensionato come me viene di una spontaneità e di una puntualità impressionanti. Al massimo seguo ogni tanto i comandi del timoniere di turno. Zero pensieri negativi, solo orizzonti azzurri e vento sulla faccia. Il  Presidente oramai mi ha dato l’appellativo di “rincoglionito”. Non mi offendo, sarà pure vero, ma non me ne curo, da tempo ormai ho in tasca la ricchezza che ogni essere umano dovrebbe sognare di avere, vale a dire la libertà di fare un po’ quello che si vuole nella vita senza, per l’appunto, curarsi dei giudizi altrui indipendentemente dalle proprie capacità, e senza nessuno intorno che ti possa arrecare ansia e disturbi somatizzanti che alla mia età, badate bene, potrebbero essere pericolosamente deleteri per la salute del corpo e, soprattutto, della mente. Non mi vedrete mai sprecare un solo minuto, con le mani incrociate dietro alla schiena, per seguire i lavori di un qualsiasi cantiere edile, per intenderci. Perciò, appena posso, mi fiondo lontano dagli impegni quotidiani per cercare di mettere alla prova l’infinita pazienza del Presidentissimo, data la mia scarsa propensione a fare il marinaio. Mi diverte un mondo. Perché se è vero che l’importante è partecipare, è anche vero che lasciare un segno è ancora più importante. E infatti anche venerdì scorso, in fase di ormeggio, c’è stato lo zampino, anzi, una “manus Dei”, a complicare le manovre. “E’ stata la mano di Dio” l’ha detto Maradona dopo aver segnato un gol di pugno durante la partita vinta contro l’Inghilterra ai mondiali di calcio dell’86. Quindi anche il sottoscritto, un po’ come el Pibe de Oro, si assolve (con un po’ di vergogna, lo ammetto), soprattutto dopo che qualcuno mi ha fatto notare che più che il manifestarsi della mano di Dio, si è udita un’imprecazione rivolta all’Altissimo la quale, complice il molo quasi privo di imbarcazioni che potevano costituire una formidabile barriera acustica, si è amplificata e propagata come un’eco per tutta la zona di Punta Faro.

Ma tutto è bene quel che finisce bene. E infatti dopo quei 2 minuti di smarrimento,  risolti grazie all’azione tempestiva del Presidentissimo, già stavo pregustando un buon calice di rosso a togliermi l’arsura dalla gola, e un assaggio di prelibatezze (tanto per usare un termine che il Passoni evita accuratamente di utilizzare nei suoi resoconti delle attività associative) che solo in Tiliaventum hai la speranza di trovare. Per non parlare del pane fatto in casa preparato per l’occasione dalle sapienti manine (anche qui…) della mitica Daniela. Peccato solo andarsene da Lignano il giorno dopo per fare ritorno nella Buca Padana a occuparmi di welfare famigliare.

Ma non è finita qui, l’estate è ancora da venire e altre curiosità e sfide mi attendono.


Buon vento a tutti! Lunga vita a Tiliaventum!

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